“Devo essere brava. Devo essere bava”, Sara non fa che ripeterselo, perché ha un obbiettivo, perché rivuole il suo fratellino, vivere con lui come una volta, come una famiglia. Ma è sola. Sola nel suo senso di responsabilità, nella sua vita di tutti i giorni, nella sua lotta di adolescente con se stessa.
La sua storia l’apprendiamo dalla sua stessa voce, in una sorta di resoconto dei pensieri e delle angosce di questo suo momento così difficile e doloroso. Perché ha promesso al fratellino che lo riporterà a casa, ma non ha modo di farlo e gli adulti, i genitori che dovrebbero proteggerla e guidarla in questo difficoltoso momento, l’hanno vigliaccamente abbandonata. Vive da sola, anche se lo nasconde e cerca di “essere brava”, ma è difficile esserlo quando l’inquietudine cresce, come il panico, e tutto ciò che le rimane è cercare di non pensare, di riempire il tempo in qualunque modo… Così inizia a trasgredire. “Morde” con le parole, provoca, ruba e si arrabbia.
Sara non può “essere brava” perché è stata rifiutata e abbandonata. Vorrebbe, a ragione, dei genitori diversi, vorrebbe che fossero davvero “adulti”, dove quella parola significa affrontare le difficoltà e non rifuggire da loro. Sara vorrebbe solo sentirsi amata, mentre si sente “sbagliata”, fino a quando, guardando oltre se stessa, non ascolta lo sfogo di un’amica e scopre in lei le sue stesse insicurezze e paure. Si rende conto che siamo tutti “sbagliati”, come “persi” in un mondo troppo grande e troppo piccolo allo stesso tempo, indifferente comunque. Ma è davvero indifferente?
L’aiuto per Sara arriva perché il suo “essere allo sbando” non è passato inosservato, arriva da chi non si aspetta, perché i miracoli a volte accadono e non tutti gli adulti sono vigliacchi menefreghisti.
Questo libro è uno spaccato sull’adolescenza tormentata, perché attraverso Sara e la sua personale tragica vicenda, sfioriamo altre storie, altre vite di “quasi adulti” alle prese con amori sbagliati, con le conseguenze di scelte passate, con la confusione dilagante di drammi più o meno comuni.
È un romanzo che si lascia leggere velocemente, ma non è un libro leggero. Lascia numerosi spunti di riflessione e ciò che colpisce è che, a esprimere i sentimenti crudi e nudi di questa adolescente, sia stato un uomo, uno scrittore dalla penna dinamica e la mano gentile e seria di chi sa immedesimarsi in un’anima diversa dalla sua.
M.S.Bruno
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