Recensione: “Il Paziente” di Juan Gómez-Jurado

Il dottor David Evans, neurochirurgo, è il nostro protagonista ed è proprio lui, dal braccio della morte, a narrarci gli eventi che lo hanno condotto a quel punto.

È il suo punto di vista che seguiamo mentre finisce nella rete di un uomo misterioso, intelligente quanto psicopatico, che si fa chiamare Mister White.

Questi ha rapito la figlia di sette anni del dottore e per liberarla pretende che il prossimo paziente che entrerà nella sua sala operatoria non ne esca vivo.

La scelta difficile tra cuore ed etica/morale è ancora più inasprita dall’identità del paziente, ovvero il presidente degli Stati Uniti.

Mentre le trappole psicologiche e non di Mister White si stringono sempre più intorno al dottore, questi cercherà in tutti i modi di salvare sua figlia e al contempo non commettere l’omicidio richiesto.

Per questo coinvolgerà Kate, sua cognata e agente dei servizi segreti.

E alla visione in prima persona di David si unirà quella in terza in cui seguiremo le indagini non ufficiali, nate da disperazione e affetto, di Kate.

Indagini che procederanno parallelamente al piano di White a cui il neurochirurgo è costretto ad attenersi.

In un crescendo, il ritmo del racconto si fa sempre più incalzante e avvincente.

La costruzione della trama è solida e i protagonisti convincono.

White “esaspererà” le azioni e le decisioni di Evans, ma anche indirettamente di Kate.

Anche se tra tutti i personaggi è proprio quest’ultima che personalmente non mi ha coinvolto troppo.

Forse proprio l’uso della terza persona, al contrario dell’empatia e comprensione che suscitano i pensieri del dottore, crea una sorta di “barriera”.

Ma questa è una sensazione, appunto, personale.

Nel complesso è un ottimo thriller con personaggi degni di farsi ricordare.

Consigliato!

Ringrazio Fazi Editore per avermi fornito la copia digitale!