Recensione: “Le Mantidi” di Sara Dealbera

La comunità di donne che vive a Tetti Lupa ha rifiutato da tempo la presenza maschile.

Provvedono alle proprie esigenze, quasi in perfetta autonomia.

Marchiate dalla violenza degli uomini, le donne di Tetti Lupa trasmettono alle loro figlie racconti di sorellanza in cui l’uomo è sempre il cattivo, insegnando loro che è giusto colpire per prima, senza dare al maschio la possibilità di mostrare il mostro che tiene in sé.

Ma proprio per sfuggire al mostro, le donne di Tetti Lupa hanno alimentato quello che è dentro di loro.

I loro segreti sono terribili, le loro azioni spietate.

Questo capirà Caterina, giovane cresciuta a Tetti Lupa, ma che saprà guardare oltre la paura, la rabbia e la sofferenza per vedere la verità.

I temi trattati da questa grafic novel sono difficili: dall’oscurità presente nell’animo umano, alla violenza di genere, fino all’affrancamento dal nucleo familiare per creare la propria realtà ed il capire cosa è giusto e cosa non lo è.

I disegni accompagnano la crescita di Caterina, la sua graduale consapevolezza, con una cupezza che si dirada solo di rado.

Sono quasi introspettivi, sottolineando le atmosfere del racconto ed il crescendo della drammaticità mentre le verità si svelano pian piano alla protagonista.

“Le mantidi” è di certo una storia dal retrogusto amaro, ma capace di far riflettere.

Ringrazio Tunué per avermi fornito la copia!

Recensione: “Cronaca dei giorni d’acciaio” di Elia Pasolini

Tra fantasy, giallo e atmosfere steampunk, il romanzo segue le avventure dell’investigatore Alister Basker incaricato, dal Primo Sapiente della Corporazione degli Stregoni, di indagare sull’omicidio di un noto adepto della tecnetica, ovvero di una scienza proibita che unisce magia e tecnologia.

Affiancato dal giovane apprendista stregone Josian Penn, Basker si ritroverà a smascherare le fila di un complotto ai danni della corona, ma non solo…

Dall’intreccio ben congegnato, il romanzo risulta godibile e incalzante, un crescendo di avventure che porta i personaggi, e quindi noi lettori, a capire le trame oscure che si nascondono dietro una parvenza di ordine.

Le indagini dei nostri protagonisti avranno diversi colpi di scena, alcuni imprevedibili altri un po’ meno, ma comunque abbastanza credibili.

I vari elementi narrativi che compongono l’atmosfera del romanzo si uniscono con scioltezza, senza risultare forzati o scontati.

E quando si “cavalcano” più generi letterari questo non è sempre ovvio.

In definitiva, è la lettura giusta per chi ama il fantasy atipico, condito di molti elementi e autoconclusivo.

 

Ringrazio Dark Zone edizioni per avermi fornito la copia!!!

Recensione: “To Bleed a Crystal Bloom” di Sarah A. Parker

Dark fantasy che si ispira liberamente alla fiaba di Rapunzel che vede come protagonista la giovane Orlaith.

Per la maggiore è dal suo punto di vista (ma ci sono anche dei capitoli dedicati ad altri personaggi) che osserviamo l’evolversi della storia.

Storia che verte maggiormente sull’attrazione ossessiva e possessiva che incorre fra lei ed il suo salvatore, Rhordyn.

L’uomo che quando aveva due anni l’ha ritrovata dopo il massacro della sua famiglia e che l’ha cresciuta nel suo castello senza mai creare un vero rapporto con lei.

Un amore a dir poco “complicato”, malato, quello di Orlaith, tenuto a distanza proprio dal freddo e scostante Rhordyn che, tuttavia, sembra provare qualcosa di altrettanto ossessivo per lei.

La sindrome della sopravvissuta, come la volontaria reclusione della ragazza entro i confini del castello, la sua paura di ciò che c’è al di fuori di esso e le sue crisi di terrore, sono descritte molto bene.

Il romanzo scorre e ha del potenziale, ma soffre purtroppo di un “deficit di spiegazioni”, ovvero, (io) mi spiego meglio, lascia tante domande, troppe domande, su questo mondo e sulle varie razze magiche che lo compongono… Perché si capisce fin da subito che persino i protagonisti hanno la loro bella dose di misteri e poteri, ma nulla viene fatto neanche intuire su cosa sono o il loro vero ruolo.

Ora, il mistero a me piace, ma qui trasborda i confini e lascia confusi e frustrati.

Il non detto è così tanto che non è più mistero, ma vera e propria mancanza.

Quindi, il romanzo mi è piaciuto? Ni… Lascio francamente il giudizio in sospeso fino al prossimo volume, perché le mancanze purtroppo equivalgono le potenzialità…

 

Ringrazio HarperCollins per avermi fornito la copia!

Recensione: “Appetricchio” di Fabienne Agliardi

Petricchio è un paesino incastrato fra i monti, “unico posto al mondo con niente da fare, ma dove tutti vogliono tornare”.

Nessuno sa con precisione dove si trovi, ma chi ci è stato, chi ha le radici lì, spesso ritorna.

Questo è il caso di Rosa che ogni estate, per vent’anni, porterà marito e figli gemelli, Mapi e Lupo, a trovare i genitori che a Petricchio vivono o di Adelina che, dopo essere cresciuta in Argentina, torna al paese paterno per restarci.

Ed a Petricchio, che per lo strano dialetto del posto diventa “Appetricchio”, vive una piccola risma di umanità stravagante, originale e genuina, quasi grottesca a volte.

Persone che hanno un passato e una storia da raccontare, e forse anche una lezione.

Con una sottile vena umoristica e molte, moltissime espressioni dialettali, la storia si dipana per vent’anni, estate dopo estate, seguendo la crescita di Mapi e Lupo, regalando un’atmosfera nostalgica, di tempi che furono, di comunità, coi suoi difetti certamente, ma unita nei momenti importanti.

Un luogo del passato, questa Petricchio, che forse rappresenta quel posto speciale in cui tutti vorremmo tornare per riassaporare il gusto dolce-amaro dei ricordi.

Ringrazio Fazio Editore per avermi fornito la copia!