Recensione: “Redemptor” di Jordan Ifueko

Seguito di “Raybearer”, dalle atmosfere permeate ancora del fascino magico di ispirazione mitologica africana, con una protagonista non scontata, ma carismatica e umana nelle sue preoccupazioni e nei suoi affetti, “Redemptor” offre un finale ad un fantasy innovativo e immaginifico.

Avevamo lasciato Tarisai alla fine dell’altro libro, ormai Imperatrice e detentrice di un proprio Raggio, pronta a sacrificarsi per rendere nullo un trattato che condannava potenzialmente tutti i bambini dell’Impero a diventare Redentori e dover scendere quindi negli inferi da vivi, per placare gli Abiku, gli spiriti dei morti.

Patto che gli Abiku concedono di annullare solo se Tarisai, prima di diventare l’ultimo sacrificio, riuscirà ad ungere in un concilio i sovrani dei dodici regni dell’Impero Aritsar.

L’impresa non è semplice perché per far ciò Tarisai dovrà amare e farsi amare da quelle persone e ciò le comporterà esporsi più di quanto vorrebbe.

Affrontando uomini e congiure, idee e contraddizioni, spiriti e profezie, Tarisai dovrà ricordare la propria storia per non perdersi e cambiare l’Impero in meglio scoprendo i veri intenti degli Abiku.

Il romanzo è una degna conclusione, forse leggermente meno avventuroso del primo libro, ma comunque avvincente.

Le avventure di Tarisai, raccontate dalla sua stessa voce, mantengono alta l’attenzione del lettore trasportandolo in un mondo originale e multicolore.

Consigliato!

Ringrazio la Fazi Editore per avermi fornito la copia!!!

Recensione: “Il circolo segreto dei misteri” di Sarah Penner

Londra vittoriana. Lenna ha perso la sorella, Evie, assassinata il giorno di Ognissanti.

Oppressa dal lutto, decide, malgrado le proprie convinzioni scientifiche, di avvicinarsi alla grande passione della sorella: lo spiritismo.

Si convince anche, che per conoscere l’identità dell’assassino, deve ricorrere ad una seduta spiritica e chiederlo direttamente alla sorella.

Per questo raggiunge Parigi e diviene allieva di una famosa medium, Vaudeline D’Allaire, che era stata anche maestra della sorella.

Ma è solo quando entrambe torneranno a Londra che troveranno il bandolo di un mistero più grande, fatto di intrighi e raggiri, che si interseca con altri omicidi, tra cui quello di un amico di Vaudeline, il presidente della prestigiosa Società Londinese di Studi Spiritici (riservata solo agli uomini), morto lo stesso giorno di Evie.

Tra finzione e realtà, occulto e ragione, questo mistery mostra anche l’animo di una ragazza, Lenna, attanagliata dal lutto, dai rimpianti e dai rimorsi, ma anche alle prese con la consapevolezza di sé e di quei sentimenti che la legano ogni giorno di più alla medium.

Il romanzo procede su due diverse narrazioni: una in terza persona che riguarda Lenna, ciò che vive, sente e scopre, l’altra, in prima, invece vede Mr Morley, responsabile della sezione spiritistica della società sopracitata, ricordare eventi del suo passato e ciò che lo ha condotto a richiamare a Londra la medium Vaudeline.

Le atmosfere misteriose di una Londra affascinata dall’occulto riecheggiano con le trappole oscure di gente senza scrupoli in un gioco tra ciò che è vero ciò che non lo è.

Ed è questo che ho apprezzato di più, mentre avrei preferito che fossero più approfonditi alcuni elementi legati agli omicidi, e in generale al “giallo” in sé, dato che mi sono rimaste diverse domande.

Comunque, dato il tema, è una lettura davvero adatta al periodo.

Ringrazio HarperCollins per la copia!

Recensione: “La vendetta indossa i tacchi a spillo” di Kendall Kulper

Ruby è bella, vivace, ama le feste e sembra non avere un problema al mondo, ma, in verità, è anche un’assassina.

Uccide i cattivi, chi si è macchiato (o si macchierà) di crimini verso le donne e che la giustizia ufficiale non può perseguire.

Come può essere sicura della colpevolezza delle sue vittime?

Beh, Ruby legge nel pensiero!

Nella Chicago degli anni 30, mentre il Proibizionismo sembra solo istigare di più a bere, tra gangster, poliziotti e funzionari corrotti, la nostra protagonista incontrerà il timido Guy, un ragazzo che ha un enorme segreto e che sta portando avanti anche un’indagine che riguarda una serie di omicidi commessi col veleno, di cui Ruby è la sola responsabile.

Il romanzo segue il punto di vista alternato, in prima persona, di Ruby e Guy.

La narrazione scorre briosa e coinvolgente mostrandoci una vicenda che oscilla tra mystery, romance e thriller.

È un’avventura avvincente che si concentra su di un caso di corruzione di alto livello di cui si stava occupando il padre (è un procuratore)della ragazza.

Di sicuro intrattenimento, con le sue atmosfere affascinanti da “i ruggenti anni 30”, il romanzo ha una protagonista carismatica che agisce, secondo un suo criterio di giustizia, per difendere le vittime dai veri mostri, coloro che, dietro un’apparenza rispettabile, nascondono le proprie perversioni e crudeltà.

Gli elementi sovrannaturali presenti non risultano pesanti o forzati come temevo ma danno un “quid” fantasy che alla fine ho apprezzato.

Consigliato!

 

 

Ringrazio DeAgostini per la copia!!!

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Recensione: “A fuoco lento” di Philip Kerr

Siamo nell’Argentina degli anni 50 sotto il regime di Peron che offre ai nazisti un rifugio, nuova identità e possibilità di rifarsi una vita.

Ad approfittarne sarà Bernie Gunther, anche se a macchiare il suo nome non è un passato tra le schiere di Hitler, ma uno scambio di persona fin troppo ben riuscito.

Bernie infatti è stato ed è un poliziotto.

Dalla Berlino degli anni 30 all’Argentina del 50, assisteremo alle sue indagini, ma non solo.

Sono i tempi che cambiano spesso i protagonisti, infatti il romanzo mostra bene il prendere piede di ideologie assurde in una Berlino dissoluta e confusa sulla propria identità, come se il degrado morale cercasse risanamento nella follia.

Sarcastico, cinico, ma anche coraggioso, il nostro Bernie si ritroverà ad assistere a tutto questo tra amarezza e quasi incredulità.

Vent’anni dopo, in Argentina, si renderà presto conto che certe dinamiche non sono mutate e che i peccati del passato hanno strascichi ancora pesanti nel presente, specialmente nella mente delle persone.

Quasi un Don Chisciotte moderno, Bernie affronterà i suoi mulini a vento rischiando anche la vita.

Ciò che risulta è un romanzo duro, spietato, a volte pesante, spigoloso e ingiusto, proprio come le pagine di Storia di cui tratta, tra ideologia naziste, schemi opportunistici, doppiogiochisti, totalitari e perversi.

Per chi ama la storia vista dall’occhio “dell’uomo della strada”, questo è il romanzo adatto, ma non è una lettura di intrattenimento, né un semplice thriller, benché questo elemento sia ben congegniato.

No, è un romanzo che porta anche a riflettere sugli eccessi dell’umanità, sulla follia senza spiegazione o logica che può seppellire ogni sentimento di bene.

Ringrazio Fazi Editore per la copia!

Recensione: “Archibald Finch e le streghe del mondo perduto” di Michel Guyon

Un ragazzino pauroso, una casa vecchia ed enorme ereditata dalle eccentrica nonna e un mappamondo misterioso…

Questi gli elementi di “esordio” del primo capitolo di una saga fantasy che vede, specie nella sua seconda parte, molta avventura ed enigmi da decifrare.

Ma partiamo dal principio…

Archibald ha undici anni e sa sempre tutto senza neanche studiare, ma ciò non gli sarà di aiuto quando decifrerà l’enigma del mappamondo e verrà catapultato in un’altra dimensione.

Qui affronterà tanti pericoli e incontrerà una comunità di ragazzine che non invecchiano.

Archibald sarà costretto a trovare dentro di sé il coraggio, mentre nel nostro mondo sua sorella cercherà di ritrovare lui indagando sulle origini del mappamondo.

Devo dire che, forse perché è un primo capitolo e l’autore si sofferma a spiegare di più, la prima parte è un po’ lenta con delle “lezioni” quasi di stampo educativo (sui numeri romani, ad esempio, o sulle rune).

E la voce narrante è a mio avviso un po’ invadente e rischia di mettere “troppo spazio” tra i personaggi ed il lettore.

Però, quando l’avventura incalza, il romanzo, come la saga, mostra il suo potenziale con diversi elementi innovativi che incuriosiscono.

Rivolta a un pubblico giovane, dell’età del protagonista per intenderci, “Archibald Finch e le streghe del mondo perduto” ha una certa freschezza che può attirare anche chi quell’età non ce l’ha più ed apre le porte ad una vicenda promettente e sicuramente interessante.

Ringrazio DeAgostini Libri per avermi fornito la copia!!!