Recensione: “Redemptor” di Jordan Ifueko

Seguito di “Raybearer”, dalle atmosfere permeate ancora del fascino magico di ispirazione mitologica africana, con una protagonista non scontata, ma carismatica e umana nelle sue preoccupazioni e nei suoi affetti, “Redemptor” offre un finale ad un fantasy innovativo e immaginifico.

Avevamo lasciato Tarisai alla fine dell’altro libro, ormai Imperatrice e detentrice di un proprio Raggio, pronta a sacrificarsi per rendere nullo un trattato che condannava potenzialmente tutti i bambini dell’Impero a diventare Redentori e dover scendere quindi negli inferi da vivi, per placare gli Abiku, gli spiriti dei morti.

Patto che gli Abiku concedono di annullare solo se Tarisai, prima di diventare l’ultimo sacrificio, riuscirà ad ungere in un concilio i sovrani dei dodici regni dell’Impero Aritsar.

L’impresa non è semplice perché per far ciò Tarisai dovrà amare e farsi amare da quelle persone e ciò le comporterà esporsi più di quanto vorrebbe.

Affrontando uomini e congiure, idee e contraddizioni, spiriti e profezie, Tarisai dovrà ricordare la propria storia per non perdersi e cambiare l’Impero in meglio scoprendo i veri intenti degli Abiku.

Il romanzo è una degna conclusione, forse leggermente meno avventuroso del primo libro, ma comunque avvincente.

Le avventure di Tarisai, raccontate dalla sua stessa voce, mantengono alta l’attenzione del lettore trasportandolo in un mondo originale e multicolore.

Consigliato!

Ringrazio la Fazi Editore per avermi fornito la copia!!!