INIZIO: 28 Gennaio 2020
FINE: 3 Febbraio 2020
VALUTAZIONE
TRAMA
Geralt di Rivia è uno strigo, un assassino di mostri. Ed è il migliore: solo lui può affrontare un basilisco, sopravvivere a un incontro con una sirena, sgominare un’orda di goblin o portare un messaggio alla regina delle driadi, fiere guerriere dei boschi che uccidono chiunque si avventuri nel loro territorio… Geralt però non è un mercenario senza scrupoli, disposto a compiere qualsiasi atrocità dietro adeguato, compenso: al pari dei cavalieri, ha un codice da rispettare. Ecco perché re Niedamir è sorpreso di vederlo tra i cacciatori da lui radunati per eliminare un drago grigio, un essere intoccabile per gli strighi. E, in effetti, Geralt è lì per un motivo ben diverso: ha infatti scoperto che il re ha convocato pure la maga Yennefer, l’unica donna che lui abbia mai amato. Lo strigo sarà dunque obbligato a fare una dolorosa scelta: difendere il drago e perdere Yennefer per sempre, o infrangere il codice degli strighi pur di riconquistare il suo cuore…
(POSSIBILI SPOILERS)
29 Gennaio
Comincio questo libro sperando non sia una serie di racconti ma un unico romanzo…
Nel primo capitolo, Geralt incontra Messer Borch che, tra una chiacchiera e l’altra, chiede allo strigo cosa ne pensa dei draghi… Sembra un discorso qualunque, ma lasciando la locanda i due scoprono che, proprio nelle vicinanze, c’è una caccia al drago. Borch si mostra sorpreso della cosa, ma è palese che non è una coincidenza, malgrado Geralt non se ne renda conto…
Ci tengo a dire che ho letto il primo libro di questa saga prima del boom della serie televisiva e che questo (ovvero il secondo) l’ho inizio solo dopo aver visto metà della serie Netflix. Mi sono fermata, se non sbaglio, proprio prima dell’episodio dedicato al drago…
In ogni caso, posso dire che la serie Netflix mi è piaciuta, malgrado le differenze con i libri. Certo, la scelta di rappresentare contemporaneamente le tre linee temporali dei protagonisti ha creato un po’ di confusione, ma aver letto prima i libri in qualche modo mi ha aiutata.
30 Gennaio
So che lo stile di Sapkowski a molti non piace… C’è tanto “parlato”, le descrizioni sono poche e non sempre molto esplicative, ma io lo trovo divertente. Specie alcuni dialoghi.
Ad esempio, il dialogo in cui si prega un nano di essere un araldo educato e rispettoso suscitando l’indignazione dell’interessato che sottolinea la sua grande esperienza in materia… Solo che poi, quando ‘sto nano deve fare l’annuncio dignitoso, sproloquia cose oscene e irriverenti!
Lo scambio di battute spesso dà il senso alla storia e non si tarda ad immaginare (almeno io ci riesco) i diversi toni e gesti che accompagnano le parole… perché ogni personaggio ha il suo modo di parlare, il suo vocabolario.
31 Gennaio
Ormai ho capito da un bel po’ che non è un unico romanzo, ma una serie di racconti autoconclusivi. Questa volta però seguono un ordine cronologico e non c’è alcun filo conduttore. Dal principio, Geralt fa ben pochi combattimenti. Sono le sue parole, il suo sapere a contribuire alla risoluzione della vicenda.
Anche se resta l’impressione che, più che lo strigo, sia “l’avvenimento particolare” l’effettivo protagonista.
Se la prima storia tratta di un drago, la seconda si incentra su Yennefer, Geralt e… un terzo incomodo!
La terza storia è davvero spassosa. Si concentra su di un mostro che “duplica” un mercante mezzuomo e così “travestito” intrattiene affari con un fiuto incredibile. Il mercante, Geralt e Ranuncolo si ritroveranno a inseguire le sue mosse per tutta la città per scoprire le vere intenzioni del mostro…
3 Febbraio
Come nel precedente libro, ci sono diverse citazioni a fiabe famose riviste in maniera più cupa e irriverente.
Nei racconti successivi a quello del mutaforma, Geralt diventa più centrale nella narrazione, ma l’impressione che ho è che il personaggio ha perso qualcosa dal precedente volume, forse carisma, forse fascino… non so.
Con la comparsa di Ciri le cose migliorano. La ragazzina di dieci/undici anni si affezioni quasi subito a Geralt e, d’altronde, anche lo strigo si sente legato a lei, malgrado non la prenda subito con sé per paura di condurla a morte certa.
Tirando le somme, le vicende narrate sono sempre originali, ma il protagonista, a mio avviso, non ha il medesimo smalto del primo volume.
COMMENTO FINALE
Secondo libro della saga. Non è un romanzo, ma sempre una serie di racconti, questa volta però sono presentati in ordine cronologico. Originali e a tratti spassose, le vicende narrate continuano ad affrescare un mondo fantasy interessante e da favola dark. Il libro, pur essendo un seguito più che dignitoso del precedente volume, non sembra aggiungere nulla al suo famoso protagonista, anzi… Geralt sembra perdere qualcosa in fascino o carisma…
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