Recensione: “Il caso Morel” di Rubem Fonseca

Stile breve, conciso, quasi scarno, come pennellate rapide e “superficiali”.

L’impressione è che non debba descrivere (perché non lo fa), ma far intuire solo l’atmosfera.

E l’atmosfera di questo noir è decisamente nera, decadente, fuorviante, persino amorale.

Morel è un pittore, fotografo all’occorrenza, rinchiuso in prigione per l’omicidio di una delle sue amanti.

Inizia a scrivere di sé e della sua vita e lo fa saltando da un aneddoto all’altro, tra citazioni e pensieri brevi, cambiando solo i nomi.

Vilela è stato un poliziotto, ora scrittore in crisi.

Legge gli scritti di Morel e pian piano si ritrova a scoprire la realtà dietro la finzione, a desiderare di indagare sulla verità.

Il cinico e vuoto Morel cerca nel sesso un’ancora per una vita allo sbando.

La sua storia con Joanna è malata, deviata, perché anche lei cerca “nell’estremo” qualcosa a cui aggrapparsi.

E il vuoto che sentono i protagonisti si riverbera in tutta la narrazione lasciando un senso di incompletezza, di insensatezza.

“Il caso Morel” non è un thriller.

L’evento delittuoso in sé pare servire solo per indagare nella morbosa vita di un uomo alla deriva, nelle sue devianze e di quelli che lo circondano.

Non è un romanzo per “stomaci deboli”, dove persino lo stile di narrazione è un insieme di eventi dissociati che pure formano una storia dal carattere fin troppo cupo e degenerato.

Ringrazio Fazi Editore per avermi fornito la copia digitale!

Recensione: “The High Mountain Court” di A.K. Mulford

Lei è Remy, una strega Rossa perseguitata, come le sue consorelle, dal potente e spietato Re del Nord.

Un sovrano subdolo e ambizioso, questi, che ha massacrato i membri dell’intera Corte degli Alti Monti e adesso minaccia ogni altro regno di Okrith.

Lui è Hale, il principe bastardo della Corte dell’Est ed è un Fae, bello, forte, potente, con una missione che prevede l’aiuto di Remy.

Hale vuole ritrovare due potenti talismani da restituire all’erede legittimo della Corte degli Alti Monti, probabilmente ancora vivo, e far sì che questi si opponga al Re del Nord.

Remy, in quanto strega Rossa proprio di quella Corte, con un legame con quegli oggetti, è l’unica che ha una speranza di trovarli.

Ma Remy si è nascosta tutta la vita e ritrovare se stesse ed usare apertamente i propri doni non le sarà sempre facile.

Questo romanzo dalle premesse intriganti, è il primo di una saga ed unisce gli elementi del viaggio e della crescita dei personaggi tipici del fantasy a quelli della predestinazione tra anime gemelle e dello scontro/incontro amoroso tipici invece del romance (più diverse scene piccanti).

Devo dire che alcune rivelazioni erano alquanto prevedibili, o perlomeno lo sono state per me, ma ci sono anche dei colpi di scena che hanno saputo sorprendermi.

Essendo proprio un primo volume, molto deve essere ancora spiegato, ma il mondo che si tratteggia tra streghe, umani e fae sembra avere molto da raccontare.

Affascinanti infatti sono le atmosfere delle varie Corti, le differenze tra i vari tipi di streghe e le loro “specializzazioni”, nonché la magia dei Fae tutta da scoprire.

Consiglio il romanzo a chi ama il fantasy dalle forti tinte romance che sappia trasportare il lettore in un mondo avventuroso e magico.

Ringrazio HarperCollins Italia per avermi fornito la copia digitale!!

Recensione: “Book Lovers” di Emily Henry

 

Soltanto perché non tutti ti capiscono, non significa che sei sbagliata. Sei una persona sulla quale si può contare. Sul serio. E questo non ti rende fredda o noiosa.”

Così dirà Charlie a Nora, la protagonista, colei che si definisce la “fidanzata stronz*” delle commedie romantiche, quella che viene puntualmente lasciata per la ragazza “della porta accanto”.

Ma Nora non è così: è un’agente letteraria fantastica per i suoi clienti(in pratica quella che vorrei trovare per me😆), uno “squalo” negli affari, ma, anche se non lo dà a vedere, di cuore, perché ci tiene e si impegna.

Nora è pure una donna ferita, che cerca di proteggersi dal dolore e al contempo di proteggere la sorella minore, ormai sposata e in attesa del terzo figlio.

E Nora verso Libby è davvero iperprotettiva.

Non c’è niente che non farebbe per lei.

Non le nega neanche una vacanza in una sperduta cittadina, Sunshine Falls, dove è stato ambientato uno dei libri adorati da Libby.

Qui Nora incontrerà, un po’ per caso un po’ per destino, Charlie, editor di romanzi, nonché suo “odiato rivale”.

Le schermaglie verbali tra i due, brillanti, provocatorie, ma anche sarcastiche e autoironiche, sono le parti più divertenti del libro.

Complice una lista di cose che Libby vuol fare e un libro da editare insieme, Nora e Charlie scopriranno di essere molto più simili di quanto pensassero e, come due magneti, inizieranno ad attrarsi…

Questa commedia romantica, godibile e scorrevole, segue il punto di vista di Nora, in prima persona, ma tutti i personaggi sono ben caratterizzati.

Il rapporto che la protagonista ha con la sorella (oltre quello con Charlie) è un altro cardine fondamentale della storia.

Ricordi e sentimenti si intrecciano col presente di Nora e con la sua grande passione per i libri.

In definitiva, questo romanzo è adatto per passare ore liete tra sorrisi, sentimenti e un pizzico di pepe…

Ringrazio Harper Collins per avermi fornito la copia digitale!!

Recensione: “Lirael” di Garth Nix

Sono passati quattordici anni dai fatti accaduti in “Sabriel”, ma il Vecchio Regno, malgrado gli sforzi di re Touchstone e della sua consorte Abhorsen, Sabriel, non è ancora in pace.

Un oscuro negromante sta progettando qualcosa di davvero sinistro e per farlo non esita, non solo ad usare la pericolosa e selvaggia magia primigea, ma anche oro e conoscenze tali da corrompere politici oltre il Muro, nel regno di Ancelstierre, dove è la scienza a farla da padrone, per recuperare “manodopera” e non solo.

In questo volume seguiamo in primis Lirael, giovane Clayr, che al contrario delle sue consorelle non ha sviluppato il dono della preveggenza.

La sua diversità è per lei fonte di grande dolore che la porta ad essere sola, emarginata.

Le cose cambieranno pian piano dal momento in cui comincerà a lavorare nella maestosa e pericolosa biblioteca delle Clayr.

Lì scoprirà di avere altri talenti, ma quel dolore non la lascerà mai del tutto.

Parallelamente seguiamo anche Sameth, figlio di Sabriel e Touchstone, destinato, come la madre, a diventare Abhorsen, ovvero l’unico negromante che unisce in sé anche il potere della Briglia, magia dell’ordine, della vita, capace di riportare i morti al loro sonno eterno.

Il ragazzo però rimane traumatizzato dal suo primo scontro oltre la Vita e questo lo farà sentire inadeguato per il compito.

Rispetto al primo volume, le atmosfere sono meno cupe.

La necromanzia non è così in primo piano e scoprire il modo di vivere delle Clayr è affascinante.

È come se la storia avesse preso più un respiro, permettendo anche di scorgere qualcosa delle origini di questo mondo e persino sulla creazione della magia della Briglia.

Convince la crescita di Lirael, sia negli anni che come personaggio.

La sua curiosità, il suo dramma nel sentirsi diversa, la sua voglia di appartenenza, sono ben descritti come le sue paure e le sue vittorie rendendolo un bel personaggio.

Sameth invece aspetta ancora un suo riscatto.

Come personaggio potrebbe avere del potenziale che ancora rimane inespresso.

In definitiva, questo romanzo mi è piaciuto anche più del primo forse proprio per gli intrighi che si palesano.

Aspetto il terzo volume con viva curiosità.

Ringrazio Fazi Editore per avermi fornito la copia digitale!

Recensione: “Ritratto di donna sconosciuta” di Daniel Silva

Un misterioso quadro dall’attribuzione dubbia finisce nelle mani di un amico di Gabriel Allon, famosa spia israeliana ormai in pensione.

Questo fatto fortuito, porterà Allon sulle tracce di una vasta rete di falsi d’arte di ottima fattura, capaci di imbrogliare i migliori esperti del mondo, ma non lui, restauratore e pittore di grande talento.

Con il suo solito aplomb e con quel suo “je ne sais quoi”, il nostro protagonista affronterà un gioco ad incastri, un’abile truffa dalle ramificazioni mondiali di cui sarà difficile sbrogliare le fila fino a raggiungere la cima.

Tra vecchie conoscenze, care al mondo di Allon, e nuovi personaggi, si delinea un’indagine dettagliata al massimo, elegante anche se non certo adrenalinica.

I dialoghi, come i personaggi, sono spesso sarcastici e arguti.

Ci sono diversi riferimenti ai libri precedenti su Allon, ma, anche chi non li ha letti, può comunque farsi un’idea di ciò che è accaduto.

In definitiva, il romanzo offre una panoramica del mondo dell’arte accurata e interessante, ma, a mio avviso, si allunga troppo proprio nei dettagli a scapito dell'”agilità” del racconto.

Per gli appassionati delle avventure di Gabriel Allon questo è un ulteriore capitolo da non perdere, in cui il talento del nostro protagonista non verterà solo sulle sue capacità investigative ma anche su quelle artistiche.

Ringrazio la Harper Collins per avermi fornito la copia!!!

Recensione: “Sabriel” di Garth Nix

Un muro (proprio come in “Stardust” di Gaiman nello “spirito” e pericoloso quanto quello ne “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di Martin) divide due regni.

Il Vecchio Regno è impregnato di magia primigea, oscura e selvaggia, dove i negromanti non lasciano in pace i morti e gli Abhorsen, da generazioni, hanno il compito di fermarli, grazie ad una potente combinazione di negromanzia e magia della Briglia(in pratica, magia della vita).

L’altro regno è Ancelstierre e qui la magia esiste solo in prossimità del Muro e, più ci si allontana, più si perde la concezione di quanto possa essere pericoloso e reale il Vecchio Regno.

È la scienza la vera “magia” di questa parte di mondo… Elettricità, automobili e da poco persino aeroplani sono normali ad Ancelstierre tanto quanto cotte di maglia e spade lo sono al di là del Muro.

Ed è questa contrapposizione, mio avviso, uno degli aspetti più intriganti del romanzo, anche se al principio potrebbe confondere.

Sabriel, la nostra protagonista, è la figlia dell’ultimo Abhorsen ma, pur essendo nata nel Vecchio Regno, vive e studia ad Ancelstierre, non molto lontano dal Muro, ma abbastanza affinché, pur coi suoi poteri, non sia molto preparata all’improvvisa scomparsa del padre e quindi a succedergli.

Per ritrovarlo e salvarlo, parte, ma durante il viaggio avrà modo di rendersi conto della propria ignoranza.

Comincia così per lei un viaggio di crescita e con lei anche il lettore comprende quale pericolo minacci il Vecchio Regno e forse non solo.

Ad aiutarla ci saranno Mogget, una strana creatura dalle sembianze di gatto e la lingua tagliente, e lo spadaccino Touchstone.

Tra Vita e Morte, tra creature da incubo e situazioni tutte da scoprire, il romanzo ha un buon ritmo.

È un fantasy con molti spunti originali e affascinanti.

Pur essendo il primo volume di una saga, ha una sua conclusione, tuttavia si capisce che questo mondo ha molto da raccontare.

Difatti, proprio in questi giorni uscirà il seguito “Lirael” e sono davvero curiosa di leggerlo.

Consiglio il romanzo a chi cerca un fantasy diverso dal solito!

Ringrazio Fazi Editore per avermi fornito la copia digitale!

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Recensione: “L’urlo di Conan” di A.A. V.V.

Dieci storie di diversi autori che omaggiano nelle atmosfere e nell’ispirazione il mondo creativo di R. E. Howard.

Mondo che non riguarda solo il celebre personaggio di Conan Il Barbaro, ma anche Kull di Valusia e Solomon Kane.

Mantenendo una propria originalità, i racconti si ottengono però allo “spirito” epico che li ha ispirati, creando storie di impatto immaginifico capaci di essere possibili continui lì dove la vicenda “canonica” ha avuto termine o eventuali risvolti secondari alle azioni dei personaggi di Howard.

Personaggi che non vengono mai snaturati nella loro essenza, ma trattati con quel riguardo unico che solo un vero fan può accordare.

Come in tutte le raccolte, alcuni racconti possono piacere più di altri, non tanto per lo stile, sempre coinvolgente ed evocativo (le diverse penne hanno saputo, ognuna a proprio modo, sfruttare questi aspetti), ma per la scelta di ispirazione.

Ad esempio, conoscendo meglio Conan e Kull ho apprezzato di più i racconti che si ispiravano a loro che quelli incentrati sulle atmosfere di Solomon Kane.

Comunque, “L’urlo di Conan” è una raccolta che si fa “valere” mantenendo le promesse epiche e trascendendo la mera celebrazione.

Consigliato!

Ringrazio DarkZone Edizioni per avermi fornito la copia digitale!!!