Recensione: “The Kanji Academy” di Valentina Torchia

Un’esclusiva scuola giapponese nella città di Milano, una ragazza italiana dalle origini nipponiche e una nonna, scomparsa troppo prematuramente, che da sol Levante aveva portato con sé un’arte antica e potente, quella dei kanji… Infine un’occasione, quella per la ragazza di andare a studiare proprio nella scuola di elite, dove la nonna insegnava…

Questo è l’incipit di una storia che crea le atmosfere orientali di un manga, a metà fra shojo e horror, in piena terra italica.

Infatti, tra misteriosi club scolastici, poteri derivanti dalla particolare scrittura dei kanji, triangoli amorosi, spiriti vendicativi e morti sospette, a volte ci si dimentica che è ambientato in Italia e che la protagonista si chiami semplicemente Marina.

Pur essendo un “mattoncino” di 500 e più pagine, ho letto il romanzo in due giorni senza particolari problemi.

Lo stile scorre, la vicenda pure.

Devo dire che avevo previsto alcuni colpi di scena, ma la storia funziona e cattura.

Una storia rivolta a un pubblico giovane dall’intreccio dinamico e avventuroso, a volte un po’ dark altre un po’ romance, e che tratta i problemi adolescenziali legati alla scuola e alla famiglia, le aspettative, la ricerca di se stessi, anche se in un contesto fantasy.