Recensione: “Sul viale delle ombre” di Enrico Scebba

Una villa misteriosa, oscura, al centro di terribili leggende e un villaggio che vive tra terrore e pregiudizi, questi i presupposti per un paranormal thriller che ha un intreccio interessante, che funziona, e un’affascinante ambientazione.

Gli elementi paranormali si intrecciano alla logica di avvenimenti dettati da una mente malata e dal suo “erede”, un piano che dal ‘700 cavalca i secoli e vede il suo rinnovato svolgimento agli inizi del ‘900, quando avviene la nostra storia.

La costruzione del racconto è graduale come la presentazione dei personaggi.

Se cercate adrenalina fin dalle prime pagine non la troverete, ma c’è un crescendo man mano che i protagonisti scoprono i vari segreti della villa e del villaggio.

L’infettologo Stephen West e la sorella Katie si trovano nella famigerata “Villa dei Mostri” perché il principe che la possiede sembra affetto da un qualche male inspiegabile.

E in quei corridoi e stanze il passato e il presente, la realtà e la superstizione, la logica e la magia, il bene e il male, la verità e l’apparenza si mescolano confondendo i protagonisti e trascinandoli in avvenimenti che li cambieranno forse per sempre.

Ma la vera protagonista resta comunque la Villa, un edificio che cavalca la fantasia benché nasca dalla Storia e da essa tragga fascino e memoria.