Lasciare andare il cuore ai sogni: intervista a Giovanna Pappalettera – di M.S. Bruno

Dopo tanto tempo, le porte della Locanda dell’Inchiostro Versato tornano ad aprirsi per ospitare una nuova scrittrice… Quindi, alziamo i calici e ascoltiamo ciò che ha da dirci!!!

Giovanna Pappalettera vive a Roma ed è laureata in lingue. Si definisce una sognatrice con i piedi per terra, Infatti ama scrivere storie di sentimenti le piace perdersi dentro agli abissi dell’animo umano senza scordare però di guardare sempre il cielo. Dopo qualche esperienza in self, “Io, nonostante tutto, sono viva “è la sua prima pubblicazione.

1. Come nasce la tua passione per la scrittura, il tuo desiderio di scrivere?

Sicuramente nasce dalla lettura, sono sempre stata appassionata di libri fin da piccolina. Crescendo ho capito che volevo provare a stare anche dall’altra parte. è stato tutto molto naturale.

2. Qual è il tuo bagaglio di letture ed esperienze? Hai un modello a cui ispirarti?

Mi sono innamorata di Piccole Donne a dieci anni, ho letto Pinocchio e altri autori italiani tra le elementari e le medie. Ho avuto il grande vero amore con la saga di Harry Potter ma mi sono spostata contemporaneamente verso i classici inglesi, primi tra tutti i romanzi di Jane Austen e Agatha Christie. Sono innamorata della scrittura di Charlotte Brontë e Virginia Woolf. Il mio genere è classico, introspettivo, femminile. Tra i miei libri del cuore c’è anche “Il grande Gatsby”.

3. Ogni grande idea ha un quid iniziale, un qualcosa che accende la scintilla dell’ispirazione per scrivere un libro. Per te cosa è stato?

L’ispirazione per i miei romanzi nasce sempre dal mio vissuto o dagli ambienti che mi circondano. Scrivo ciò che osservo, ascolto e percepisco.

4. I temi fondamentali del tuo romanzo sono… sicuramente i sentimenti ma in una chiave psicologica, analizzo l’animo umano attraverso riflessioni che tutti noi viviamo quotidianamente.

5. Perché trattare proprio questi argomenti?

Perché è impossibile non usare la scrittura per analizzare ciò che siamo, almeno per me. La scrittura a volte è stata una vera e propria esperienza terapeutica.

6. Mentre scrivevi hai riscontrato delle difficoltà? Ci son state più “gioie o dolori” nella stesura? Condividi qualche aneddoto… 

Non ho trovato grandi difficoltà nel buttare giù le idee, la scaletta e la stesura del romanzo, a volte mi lascio andare a momenti intensi di scrittura anche grazie alla musica. Il mio vero problema è il dopo, quando si deve fare l’editing e devo riscrivere alcune parti. Lì vado proprio in crisi.

7. Perché il tuo romanzo è diverso da altri?

Parlano di storie di vita e quindi è senza dubbio diverso dagli altri, perché ognuno di noi ha la propria visione di ciò che ci circonda. Spero che la mia analisi introspettiva diventi qualcosa che caratterizza sempre più la mia scrittura e che i lettori riescano a riconoscermi attraverso questa caratteristica.

8. Rivoluzione digitale: ebook o cartaceo? Cosa pensi dell’uno e dell’altro. Pregi e difetti. 

Io amo follemente il cartaceo, ho bisogno di vivere il libro anche a livello sensoriale. Provo a volte a leggere l’e-book ma non riesco a ricevere le stesse sensazioni, mi rimane veramente poco di quello che ho letto. Eppure capisco che è un vantaggio non solo a livello di soldi ma di spazi.

9. Le difficoltà di uno scrittore per emergere sono proverbiali. Quali complicazioni hai riscontrato affrontando il mondo dell’editoria?

Purtroppo il mondo dell’editoria così com’è diventato ormai oggi è abbastanza marcio, vince molte volte la visibilità anziché la qualità. Detto questo, pazienza, io mi rimbocco le maniche e cerco nel mio piccolo di offrire sempre e solo qualità, serietà e originalità.

10.Ti definisci “una sognatrice coi piedi per terra”, quindi come ti rapporti con il reale e con l’immaginario?

Lascio andare il mio cuore ai sogni perché le passioni ci permettono di vivere in modo più pieno. Quando esagero però e il sogno diventa più un’ossessione che altro cerco di riportare la mia mente a terra e di affrontare le cose in modo più concreto. 

11. Hai avuto anche delle esperienze di pubblicazione in self. Vorresti parlarcene…

Ho iniziato con il self perché avevo bisogno di condividere in modo più immediato le mie storie con il pubblico ma poi ho deciso di ritirarli. Preferivo avere il supporto di una casa editrice che, per quanto piccola, mi aiutasse a revisionare il mio romanzo da un punto di vista professionale. Credo infatti che per affrontare solo la strada del self si debba fare tanto lavoro sul testo, anche a pagamento se necessario. Siamo scrittori, non possiamo essere anche editor, pubblicitari, grafici, etc. Ho lasciato solo un libro su Amazon che infatti è stato revisionato da professionisti non solo a livello di editing ma di cover e di impaginazione. 

12. L’ultima domanda… l’immancabile… Quali sono i tuoi progetti futuri?

In primavera pubblicherò un nuovo romanzo e sono molto emozionata. Come obiettivo a lungo termine, invece, vorrei prima o poi iscrivermi ad una scuola di scrittura e scrivere un romanzo più storico stile “I leoni di Sicilia”.

Bene!!! Grazie per essere stata con noi e ti facciamo i migliori auguri per tutti i tuoi progetti!!!

Link dell’autrice: www.instagram.com/giovanna_pappaletterautrice

Recensione: “Io, nonostante tutto, sono viva” di Giovanna Pappalettera

Cosa accade quando l’unico punto fermo della tua vita, tuo padre, viene a mancare e scopri persino che questi ti ha adottata e che il sangue non vi lega?

Come ti sentiresti se l’unica persona che potrebbe darti qualche risposta sulle tue origini è una madre che ti ha abbandonato quando avevi 10 anni?

Beh, questa è la situazione di Miriana all’inizio del romanzo, quando, dopo l’invito di una lontana zia, si ritrova per le vacanze estive in un caratteristico paesino siciliano.

Qui, tra sole, mare e pace, la donna spera di poter ritrovare se stessa e magari superare il blocco dello scrittore e concludere il suo romanzo.

Ma la permanenza in questo villaggio le regalerà bei paesaggi e un mistero da scoprire, un mistero chiuso in un diario che ritrova nella casa presa in affitto.

L'”incontro” tra Miriana e l’anima tormentata che scriveva in quelle pagine porta la ragazza all’introspezione, ma non solo…

Ella viaggerà tra le screpolature del tempo per assistere ad una storia d’amore e sofferenza, trovando l’ispirazione per il proprio romanzo e forse anche per innamorarsi ancora.

Man mano che la lettura procede si delineano i personaggi, tra cui spicca Massimo che, dal principio, mi figuravo molto più vecchio che in realtà e, dopo, ho faticato un po’ a immaginarlo, quando ho scoperto che era più anziano della protagonista solo di una quindicina di anni.

In ogni caso, la sensazione che si ricava leggendo è quella del “risanamento”, come se fosse giunto il tempo che ogni vecchia ferita dell’anima dei personaggi trovi la possibilità di spurgare e guarire, come se il sole siciliano potesse finalmente illuminare l’oscurità latente delle persone.

Lo stile dell’autrice è pacato, sereno.

Offre al lettore i sentimenti dei suoi protagonisti con sicura tranquillità.

La lettura quindi scorre senza intoppi ed il romanzo può essere letto in davvero poco tempo.

Per gli amanti dei sentimenti, dei tormenti interiori e delle storie di “guarigione”, questo è il romanzo adatto.