Recensione: ” Mentre il tuo cuore batte ancora” di Tyler Keevil

Eira è vedova, una giovane vedova, e lo è diventata una sera, su di un autobus londinese quando suo marito ha deciso di affrontare un tossico psicopatico.

La sua storia inizia così, narrata in una seconda persona singolare che sembra sottolineare e accentuare il senso di distacco che la donna prova.

Ma la voce narrante, che si rivolge direttamente a lei, non è solo un espediente, ma si rivelerà un personaggio del romanzo stesso.

Una voce la sua che ricostruisce la storia di Eira per un fine specifico.

Ma tornando alla protagonista, Eira va a Praga, ufficialmente perché è la città dove suo marito ha chiesto di sposarla, ma in verità perché lei la ricorda come un luogo grigio e monotono, proprio come lei si sente in questo momento.

Ed è qui che la sua vita prende una svolta inaspettata.

Per una serie di fattori, si ritroverà a dover prelevare qualcuno in Ucraina.

È qualcosa di illegale e rischioso, ma Eira è “la regina delle nevi”, come la chiama colui che fa da intermediario per questo lavoro, ed è capace di mantenere i nervi saldi.

Arrivata però a destinazione la donna incontra Gogol, un bambino maltrattato, denutrito che guarda il mondo con diffidenza.

È lui la “merce”da portare oltre confine.

Così Eira si trasforma da corriere a salvatrice…

Malgrado la seconda persona possa risultare “difficile”, la lettura procede in maniera sempre più coinvolgente, man mano che la stessa Eira si fa coinvolgere sempre di più.

È come se, ad un certo punto, quel “tu” fosse una porta per una maggiore immedesimazione.

L’intreccio convince, le psicologie anche, il crescente rapporto fra la protagonista e il bambino è il vero motore del romanzo.

Un rapporto, il loro, che trascenderà i legami di sangue e offrirà vicendevole conforto e sostegno a entrambi.

Romanzo consigliato agli amanti delle avventure incalzanti e a che coloro che apprezzano i thriller originali.

 

Ringrazio la HarperCollins per avermi fornito la copia!