Recensione: “Il mantello dell’invisibilità” di Ge Fei

Il signor Cui costruisce altoparlanti nella Cina contemporanea.

È un artigiano, anche bravo, ma è considerato “l’ultima ruota del carro” in una società divisa tra tradizione e modernità, tra le rigide regole del comunismo e l’arrivismo del capitalismo che comunque dilaga.

Privo di particolare ambizioni, il nostro protagonista si ritrova ad avere un occhio critico verso ciò che lo circonda: l’egoismo dilagante, lo snorbismo delle classi letterarie, l’ipocrisia degli arricchiti e le dinamiche nascoste dei potenti, malavitosi o meno.

Il risultato è uno spaccato di una società quasi in lotta con se stessa, una realtà duplice che tende a schiacciare gli ultimi.

Cui alla fine avrà una sorta di riscatto, ma solo quando si metterà davvero in gioco.

Amaro più che ironico, il romanzo offre la quotidianità di un “perdente” che cerca di sopravvivere.

La prima persona consente una lettura agevole, anche se, a mio avviso, diverse cose sono lasciate quasi l’interpretazione.

Posso dire che il romanzo ha suscitato in me sentimenti di curiosità senza però coinvolgermi completamente.

Ringrazio Fazi Editore per avermi affidato la copia digitale!!

Recensione: People we meet on vacation – Un amore in vacanza” di Emily Henry

Prendete due amici, un ragazzo bello e precisino e una ragazza brillante e fantasiosa, che si conoscono dall’università e una “tradizione” che si svolge ogni anno fin da allora, una vacanza da trascorrere insieme, un breve periodo da passare da soli ed essere se stessi, ed avrete a sommi capi la trama di questo romance alla “Harry, ti presento Sally”.

Dal punto di vista di lei, infatti, si snoderanno i diversi momenti salienti di un’amicizia che, nel tempo, vacanza dopo vacanza, superando distanze e relazioni di entrambi, è rimasta una costante della vita dei due.

Ma è solo amicizia la loro?

Quando la paura d’amare e del cambiamento frenano i sentimenti è difficile cogliere il momento propizio per avvicinarsi o solo trovare il coraggio per mutare una costante in qualcosa di nuovo e totalmente imprevedibile.

La Henry è sempre brava ad intessere una rete di sentimenti e relazioni, a farci empatizzare coi suoi protagonisti, ma ho trovato questo romanzo un po’ più lento rispetto ai precedenti.

I dialoghi sono molti, forse troppi, non sempre utili a farci capire i personaggi, o così è parso a me.

Il susseguirsi degli avvenimenti non rivela particolari colpi di scena, ma ci permette di sondare un animo umano e le sue fragilità.

Ammetto, però, di aver iniziato questo romanzo con aspettative un po’ diverse: più brio e meno “intimismo”.

Comunque, rimane una lettura piacevole, capace anche di far riflettere sull’amore e sull’amicizia e su quella “pericolosa” zona di confine che li vede fondersi e perdersi l’uno nell’altra…

Ringrazio HarperCollins per avermi fornito la copia digitale! 🏖️🏖️🏖️

Recensione: “Sul viale delle ombre” di Enrico Scebba

Una villa misteriosa, oscura, al centro di terribili leggende e un villaggio che vive tra terrore e pregiudizi, questi i presupposti per un paranormal thriller che ha un intreccio interessante, che funziona, e un’affascinante ambientazione.

Gli elementi paranormali si intrecciano alla logica di avvenimenti dettati da una mente malata e dal suo “erede”, un piano che dal ‘700 cavalca i secoli e vede il suo rinnovato svolgimento agli inizi del ‘900, quando avviene la nostra storia.

La costruzione del racconto è graduale come la presentazione dei personaggi.

Se cercate adrenalina fin dalle prime pagine non la troverete, ma c’è un crescendo man mano che i protagonisti scoprono i vari segreti della villa e del villaggio.

L’infettologo Stephen West e la sorella Katie si trovano nella famigerata “Villa dei Mostri” perché il principe che la possiede sembra affetto da un qualche male inspiegabile.

E in quei corridoi e stanze il passato e il presente, la realtà e la superstizione, la logica e la magia, il bene e il male, la verità e l’apparenza si mescolano confondendo i protagonisti e trascinandoli in avvenimenti che li cambieranno forse per sempre.

Ma la vera protagonista resta comunque la Villa, un edificio che cavalca la fantasia benché nasca dalla Storia e da essa tragga fascino e memoria.

Recensione: “Fenice d’Acqua e Ombre” di Tania Micaela Cordone

Nikita è in fuga.

Disperata, sola, piena di incubi e segreti.

Il Russo deve catturarla.

Preciso, freddo, implacabile, ci riesce.

E tra il mercenario e la sua preda non può che esserci indifferenza e pragmatismo da parte di lui, odio e rancore da parte di lei.

Ma le cose sono destinate a cambiare quando un misterioso gruppo prende di mira la ragazza rischiando di uccidere il Russo.

Quest’ultimo si salva solo grazie ai doni speciali di Nikita.

E la situazione si complica, come i sentimenti.

La caratterizzazione dei personaggi, il loro graduale affezionarsi, i dubbi su possibili transfert, sono ben congegnati.

La storia, come lo stile, è scorrevole, invoglia alla lettura.

I colpi di scena ci sono, alcuni più prevedibili di altri, ma questo primo capitolo di questa saga Dark Fantasy attira e convince e si capisce che è il preludio per eventi più grandi.

Il ritmo è ottimo, non ci sono mai momenti lenti e lo “spicy” non è fine a se stesso, ma serve alla storia nell’evolversi dei rapporti tra i protagonisti.

Devo dire che ciò che ho apprezzato di più è proprio il fatto che tra Nikita e Aleksej (il Russo) non tutto sia stato “immediato”, che i dubbi, i ripensamenti, l’interrogarsi sulla possibilità di meccaniche psicologiche di “dipendenza” è “transfert”, siano stati presenti in entrambi i personaggi in ogni momento della vicenda.

I due risultano in pratica in lotta fra loro, col mondo avverso, ma anche con se stessi, per quei sentimenti che non sanno ben valutare e considerare in un’ottica veritiera.

Una menzione speciale va alla edizione cartacea, molto curata esteticamente!

Aspetto il secondo volume.

Ringrazio l’autrice per avermi affidato la sua storia ❤️

Recensione: “La Mietitrice di Fuoco” di Daniele Viaroli

Cosa accade quando tre amici, tre guardie cittadine, tre personalità diverse con aspirazioni diverse, si ritrovano ad affrontare un pericolo immenso, una vera Forza della Natura, una Mietitrice di Fuoco e, un po’ per fortuna, un po’ per abilità, un po’ per disperazione, riescono ad avere la meglio?

Beh, ha inizio una grande avventura!

Tra intrighi politici, differenze di classe, battaglie eroiche e amori segreti o innocenti, comincia così questa saga epica/avventurosa che vede il dipanarsi di un mondo magico, con le sue leggi e regole, tutto da scoprire.

E mentre questo universo si mostra al lettore in un intessuto originale e promettente, i tre protagonisti sembrano incarnare gli archetipi degli eroi del fantasy: c’è infatti l’avventuriero romantico e sbruffone, il cavaliere/paladino puro di cuore e di spirito, la guerriera/maga ambiziosa e potente.

Queste tre figure sono solo al principio della loro storia, ma mostrano già le potenzialità che li contraddistinguono, potenzialità che li condurranno verso un futuro che ci viene anche accennato da uno dei tre nel racconto frammentato, in prima persona, che apre ogni capitolo.

Non si deve però credere che l’uso di questi archetipi sia inserito nella storia in modo scontato, no, assolutamente.

Malgrado il tono epico della vicenda, il racconto presenta una certa “freschezza”, un’agilità di stile che permette una veloce lettura.

I combattimenti sono molto curati (a volte anche troppo) e alcuni personaggi secondari davvero promettenti risultano un po’ sottovalutati, ma l’intreccio funziona.

In definitiva, “La Mietitrice di Fuoco” presenta una schiera di personaggi, positivi, negativi o “grigi”, come un universo magico, davvero interessanti.

Aspetto il secondo volume!

Recensione: “Abhorsen” di Garth Nix

 

Capitolo finale di una saga fantasy alquanto originale.

In un mondo, il Vecchio Regno, in cui il confine che divide i Vivi dai Morti è fragile, solo gli Abhorsen possono fermare i negromanti e i redivivi per ripristinare l’equilibrio proteggendo tutti.

Come suo padre prima di lei, Sabriel detiene ora il titolo di Abhorsen, ma è Lirael, la sua sorellastra, nonché apprendista Abhorsen, la vera protagonista di questo volume, come lo è stata di quello precedente d’altronde.

Immaginavo, anzi speravo, che in questo romanzo le due sorelle approfondissero il loro rapporto, che avessero entrambe un ruolo attivo come protagoniste, ma purtroppo così non è stato ed è questa, forse, l’unica pecca del libro.

Almeno per me.

Per il resto, il romanzo è una girandola di avventure e scoperte, mentre si cerca di evitare che ciò che è stato sigillato e sepolto venga ritrovato e ricomposto.

Il ritmo è buono, la storia scorre con facilità, i personaggi sono ben ideati.

La costruzione magica è interessante, per molti versi affascinante.

Quindi, il romanzo è una degna conclusione alla saga (anche se a mio avviso c’è un possibile spiraglio per un proseguimento… anzi, mi piacerebbe proprio che l’autore scrivesse un proseguimento) anche se con quell’unica “pecca” di cui ho già parlato.

Consigliato!!!

Commenti sparsi…

“Fairy Tale” di Stephen King

Per essere un fantasy, metà del libro è incentrato solo sulla vita del giovane protagonista: la sua crescita, la sua vita quotidiana e infine il rapporto di amicizia con un vecchio solitario e scorbutico e il suo cane.
Si capisce che tutto ciò porterà a qualcosa di “straordinario” ed il lettore resta in “attesa” di questo che però, a mio avviso, arriva troppo lentamente.
Infatti dopo oltre metà del libro, comincia un fantasy interessante, diverso, tra favola e horror, con descrizioni crude, a volte quasi “splatter”.
Di certo la storia ha tanti pregi, ma poteva essere più “snella” al principio, per favorire un ritmo più incalzante.

 

– “La nave della magia – I mercanti d Borgomago 1” di Robin Hobb

Come fantasy è originale.
Tra pirati, navi viventi e misteriosi fiumi magici, il romanzo segue prevalentemente le vicende dei mercanti Vestriti.
La Hobb sa creare personaggi interessanti e complessi, come il pirata Kennit, uno str**zo da odiare che però ha dalla sua la sorte e forse (un po’) anche il lettore o come Malta, giovane ochetta che si sente scaltra e che strappa, per un soffio, al padre Kayle l’Oscar del personaggio più antipatico e cogl**ne della storia.
In definitiva, Il romanzo è un buon fantasy, a tratti però decisamente lento.

 

– “Canto di Natale” di Charles Dickens

La storia di Scrooge è nota.
Le differenze dal romanzo alle trasposizioni televisive sono minime e per lo più concentrate sulla parte dedicata allo spirito del Natale presente (questi porta il protagonista non solo da chi conosce ma anche presso diversi ambienti sociali).
La prosa è decisamente evocativa, ma a volte un po’ pesante.
Non so se è a causa della traduzione in cui sono incappata, ma alcune fasi sono “cervellotiche”, quindi poco comprensibili.

Recensione: “The Scarlet Veil – La cacciatrice e il vampiro 1” di Mahurin Shelby

Celie ha scelto la sua strada.

Vuole essere una cacciatrice, ma in una confraternita di soli uomini, la ragazza, la cui forza non risiede nel combattimento ma nella mente, fatica ad affermarsi.

Troppo spesso viene protetta e sottovalutata persino dal suo capitano/fidanzato Jean Luc.

E quando Celie si rende conto che persino i suoi amici, con cui ha combattuto e che dovrebbero sapere quanto vale, non le hanno rivelato di stare indagando su di una serie di misterioso e afferrati omicidi per proteggerla, decide di procedere da sola e scoprire la verità.

Ciò la porterà sulla strada di Michal, uno oscuro e affascinante vampiro, forse responsabile di tutte quelle morti…

La storia si dipana come un giallo soprannaturale, appoggiandosi a presupposti svoltisi nella precedente saga di “Serpent & Dove”.

Il romanzo può essere letto anche senza conoscere quella saga, come è successo a me, ma non lo consiglio.

In primis, perché fin da subito si capisce di essere catapultati nelle “conseguenze” di precedenti avventure e poi perché, se avete intenzione di leggere “Serpent & Dove”(come avevo intenzione di fare io, ma non avevo capito che questo romanzo fosse cronologicamente successivo) scoprirete inevitabilmente gli avvenimenti salienti e conclusivi di quella saga, “spoilerandovi” in pratica finale e colpi di scena eventuali…

Tornando quindi a “The Scarlet Veil”, posso dire che mi è piaciuto, ma lo avrei apprezzato di più se avessi seguito il giusto ordine di lettura.

I personaggi convincono, lo stile scorre anche se a volte può essere un po’ lento.

Non sono rimasta completamente sorpresa sull’identità finale dell’assassino, ma comunque la storia prende.

In definitiva, è un buon fantasy dai toni dark che non tratta della solita eroina “tutta d’un pezzo”, ma di un essere umano coi suoi traumi e fragilità, ma capace comunque di determinazione e coraggio.

Ringrazio HarperCollins Italia Editore per avermi fornito la copia digitale!! ❤️

Recensione: “I colori di Arcoiris” di Thokozile Martucci Schiavi

Arcoiris è una cittadina, ma soprattutto una comunità in armonia con se stessa e con la natura.

I cittadini sono sereni, “in equilibrio” e non desiderano lasciare i suoi confini.

Per loro i colori non hanno nomi singoli, ma ogni colore è “chebelcolore”.

D’altronde, come spiegherà il sindaco il giovane Samu “le cose restano le stesse anche se sono rosse o blu (…) Questa erba è erba anche se la pitturi e la cambia all’esterno.”

La breve novella quindi si rivolge ai piccoli con un grande messaggio sulla diversità e il razzismo.

Accompagnata da bei disegni curati ed evocativi, la storia invita anche a guardare all’essenza delle cose e non alle superfici.

Quindi, è un bel punto di partenza per spiegare questi temi ai bambini, un modo dolce per iniziare ad affrontare la complessità di queste tematiche che sconvolgono le vite di troppi adulti.

Ringrazio LCS – Ultime dai libri per avermi fatto conoscere questa storia e Thokozile Martucci Schiavi per avermi fornito la copia!!!

Recensione: “Tutto brucia” di Juan Gomez-Jurado

 

Tre donne diverse per occupazione, ceto sociale, carattere, si ritrovano unite dalla vendetta, da quel “ora basta” che è così carico di solitudine, torti subiti e frustrazione che supera la paura e ammanta la disperazione di coraggio, imprevedibilità e intraprendenza.

Così Aura, la “mente”, Mari Paz, il” braccio”, Sere, l’ingegnere hacker, si ritrovano a seguire il pensiero lucido e pragmatico di “Tutto brucia se lo infiammi con la scintilla adeguata”.

E loro cercheranno in tutti i modi di essere quella scintilla!

Lo stile dinamico della narrazione si accompagna bene alla caratterizzazione dei personaggi, un ventaglio di personalità ben delineate con un passato, delle aspirazioni e degli intenti, nel bene e nel male.

I colpi di scena non sono propriamente eclatanti, avrebbero potuto essere più “incisivi”, più “imprevedibili”, ma la storia scorre grazie alle protagoniste e alle loro interazioni.

E forse anche ad una antagonista capace di dare loro filo da torcere.

Ciò che ne emerge è un desiderio di rivalsa, una coesione al femminile che funziona.

In definitiva, “Tutto brucia” non può certo annoverarsi tra i thriller al cardiopalma, ma nel filone, per intenderci, a mio avviso, della serie di film “Ocean’s Eleven” con più decise “tonalità” gialle.

Consigliato!

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